I
Che un’alta esigenza formale – non formalistica – possa innovare all’interno di una tradizione, perché accompagnata, guidata, da una necessità, e che questa necessità sia in grado di coniugare emozione e pensiero, ispirazione e consapevolezza; che l’intelligenza del poeta non sia impari al suo genio, che insomma il cantore non sia o solo un tecnico senza talento o solo un Tinnico senza sapienza: tutto questo non sembra sia pensabile più neppure come eccezione – abolito, come mai esistito per una cultura poetica così indebolita che non può accostarsi che al gracile, all’epidermico, e alla poesia richiede il leggero artificio, la musichetta d’epoca, la trouvaille. (27.IV.96)
Da Il poeta in 100 pezzi Edizioni Il Labirinto, Roma, 2004
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