lunedì 6 maggio 2013

Il poeta in 100 pezzi: 97

    Poiché il poeta resiste, non consente – non si aggrappa agli scorrimano d’epoca – «corre all’estremo oriente quando il fuoco d’artificio si spara a occidente»... ecc. – e dunque appare un essere a parte, una bizzarria, un paradosso ambulante, va da sé che sarà tenuto a distanza, un po’ irriso, un po’ spregiato... Eppure, né più né meno, quegli stessi tratti che lo facevano esecrabile, precisamente quelli: i suoi spaventosi connotati terreni – l’aggrondata solitudine, o l’umor nero, o il sarcasmo, o l’impassibilità, gli odi e i disgusti, le stravaganze, l’altera mitezza, le manie, le insopportabili profezie... –, a funerali fatti, l0 o 20 o 50 anni dopo, saranno consacrati, diventeranno il reliquiario delle chiacchiere (articoli, prefazioni, saggi...): ciò che ebbe lo sprezzo avrà la riverenza. Curioso carosello. (al 24.IX.95)


Da Il poeta in 100 pezzi Edizioni Il Labirinto, Roma, 2004

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