lunedì 24 giugno 2013

Extra Stong VI: Il poeta di servizio

    Il poeta di servizio. Tutte le esperienze più radicali, antiliriche, ludiche... sono figlie del tempo – lo lusingano; e il tempo le accoglie con benevolenza, le benedice: la cultura borghese quella prosetta snervata che surroga la poesia la riceve a braccia aperte: parla la sua lingua macchinale, ammiccante – esorcizza la morte e il male con le gag, esorcizza la poesia stessa, incubo da sempre del buon borghese affarista e professionista, è fatua e compiaciuta di sé; le si può aprire la porta, salariarla con cene e aperitivi: ripristina l’innocua figura del poeta di servizio – del fool, che non avrà mai – se mai potesse esaltarsi nella solitudine della sua stamberga – sortite da Hop-Frog. (al 14.VIII.97)


Da Il poeta in 100 pezzi Edizioni Il Labirinto, Roma, 2004

lunedì 17 giugno 2013

Extra Strong V: La vera idea atomica che disintegra l’io

*

    La vera idea atomica che disintegra l’io non è «io è un altro»: cogliendolo nella sua derogabilità, e scindibilità, in un certo senso, Rimbaud dava all’io un potere ulteriore; è bensì il suo inverso: «un altro è io» che, con la compattezza della sua universalità, aggredisce e sgretola il tetragono io individuale, prova che dietro la pienezza della sua pronuncia singola non c’è che il vuoto plurale. (al 1.VII.97)



Da Il poeta in 100 pezzi Edizioni Il Labirinto, Roma, 2004

lunedì 10 giugno 2013

Extra Strong II: Lo stile di Dio e lo stile del Diavolo.

    Lo stile di Dio e lo stile del Diavolo.
Il gusto, oggi così diffuso, della facile cifra riduce lo stile a stereotipia – che è calco o coazione, e spesso calcolata maniera di sé.
    Qual è lo stile di Dio? L’asiano delle nuvole, dei pachidermi e delle foreste tropicali? O l’attico degli scheletri e degli insetti? È barocco o realista? Dov’è il suo tema? Nel leone o nelle sue mosche? Nei rospi o nelle rose? Nelle stelle o nello sterco? È sublime? Volgare? È per la rima come nei rami e nei denti o per il verso sciolto dei fiumi in piena? Che la sua cifra sia l’impersonalità? E se dietro mille maschere parlasse solo di sé? Ha messo su un barbarico Grand Opéra o è uno stremato mallarmeano: marmellata di Opera Pura? Autore indefinibile! E perciò così trascurato, privo com’è del fascino tautologico della prevedibilità o di un rassicurante marchio di fabbrica.

    (Lo stile del diavolo invece com’è subito riconoscibile. Il diavolo ama l’attualità, vuole piacere, rispetto alla sovrana onnipresenza di Dio, egli affanna col suo dappertutto; se Dio è universale, il diavolo è plebiscitario; sempre complice, compiacente, tempestivo e prevedibile, liscia il mondo – strizza l’occhio e trascura i coperchi...). (al 12.II.97 e 3.X.97)


Da Il poeta in 100 pezzi Edizioni Il Labirinto, Roma, 2004

lunedì 3 giugno 2013

Extra Strong I

 I

Che un’alta esigenza formale – non formalistica – possa innovare all’interno di una tradizione, perché accompagnata, guidata, da una necessità, e che questa necessità sia in grado di coniugare emozione e pensiero, ispirazione e consapevolezza; che l’intelligenza del poeta non sia impari al suo genio, che insomma il cantore non sia o solo un tecnico senza talento o solo un Tinnico senza sapienza: tutto questo non sembra sia pensabile più neppure come eccezione – abolito, come mai esistito per una cultura poetica così indebolita che non può accostarsi che al gracile, all’epidermico, e alla poesia richiede il leggero artificio, la musichetta d’epoca, la trouvaille. (27.IV.96)





Da Il poeta in 100 pezzi Edizioni Il Labirinto, Roma, 2004